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Treviso, Italy
Viaggi, emozioni, pensieri... Lo stile di una coppia cittadina del mondo! Massi e Patty

Thailandia 2011: 18 mezzi diversi...

Viaggiare zaino in spalla vuol dire 
calarsi subito nella nuova realtà e presuppone un forte spirito d'adattamento.
Molte volte
(quasi sempre e per scelta)
si dimenticano le comodità e si cercano i modi più strani, insoliti o più semplicemente tipici del posto per godersi appieno il viaggio.
Questo discorso vale anche per i mezzi di trasporto.

La Thailandia, come molti altri Paesi del sud-est asiatico, è una miniera in tal senso.
Ovviamente l'aereo e il taxi sono la base di tutti i turisti,
lo stesso vale per i tuc-tuc tipici di Bangkok.

 Magari per visitare Bangkok non tutti scelgono la barca ma vi assicuro che vi da una visuale quantomeno insolita.
Per arrivare da A a B puoi scegliere tra un infinità di veicoli diversi, dipende da te, 
 da quanto tempo hai a diposizione, da quanti soldi vuoi spendere e da quanto ti sai adattare:
 tranquillo che a B ci arrivi... tardi magari...
forse il giorno dopo ma ci arrivi...
La scelta del treno da Bangkok a Pak Chong è stata fantastica:
5 ore e mezza davvero suggestive, con i venditori ambulati di piatti thai e bevande varie che si scambiavano ad ogni fermata. 

Soprattutto nell'interno del Paese ci sono una miriade di camioncini diversi adibiti al trasporto:
si va dal classico pick-up allo stesso in versione furgone, dal camioncino al mini-van scassato, dall'autobus alla corriera con un infinità di confort in più o in meno a seconda del prezzo...

All'ingresso del Khao Yai National Park, quando ci hanno detto che tutte le escursioni si facevano in comitiva e non si poteva noleggiare una bici e girare per conto proprio non ci abbiamo pensato due volte:
grazie e arrivederci.
Peccato che eravamo a 25 km dalla nostra "capanna"
e non c'erano mezzi per rientrare.
E che problema c'è: via a piedi
in mezzo ad un paesaggio fantastico con la giungla a farci compagnia.

Dopo una dozzina di km ci ha ospitato la schiena di un elefante e vi garantisco che guadare un fiume aggrappati alla sua testa è meglio del luna park.
Ma quando anche il buio sta arrivando allora è meglio il più classico degli autostop, giusto per non farsi mancare nemmeno quello...

Da Pak Chong il trasferimento verso sud è stato (anche qui voluto...)
una specie di parto:
9 ore e mezza tra bus e corriere con l'aria condizionata a mille,
stazioni maleodoranti e biglietti di tutti i colori, pick-up, moto-taxi
 e infine motoscafo in piena notte
 per raggiungere
l'isola di Koh Samet.

  
 Fotografarli tutti è stato impossibile.
Quando il mare grosso ci ha impedito di proseguire in canoa
 e siamo stati costretti a strascinarcela su una collina
 per sfruttare l'unico pick-up presente
per rientrare "a casa", ad esempio,
eravamo troppo impegnati
sul cassone a tener ferma la canoa
 tra i sù e giù
dell'unica stradina nella giungla
che il pensiero della foto non ci ha neanche sfiorati
...

Massi e Patty